Più del 50% degli italiani non fa attività fisica

Il 19 novembre è stata la giornata internazionale dell'uomo, ma la ricorrenza è passata piuttosto inosservata nel nostro Paese. Non a Fondazione Pro e a Ipsos che per questa occasione hanno promosso una ricerca piuttosto curiosa sullo stile di vita dell'uomo.
Oltre la metà degli italiani non pratica attività sportiva e tra chi lo fa il 26% si dedica allo sport meno di tre volte a settimana. È uno dei dati che emerge dalla ricerca Ipsos su sesso, alimentazione, sport e lavoro, che è stata illustrata a Napoli proprio nel corso della giornata internazionale dell'uomo, organizzata dalla Fondazione Pro.

Il 51% degli italiani non fa alcuno sport e la percentuale massima di chi non pratica alcuna attività sportiva si raggiunge fra chi ha licenza media o titolo inferiore (61% rispetto alla media del 51%), mentre la percentuale più alta tra chi fa sport più di tre volte a settimana è fra chi ha la laurea (29% rispetto alla media del 23 per cento), a dimostrazione che non è lo sport a distrarre dallo studio, anzi.

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Palestra, corsa e calcio le attività più praticate

Palestra (36%), corsa (27%) e calcio (25%) sono di gran lunga le attività sportive più praticate, davanti a nuoto (14%), ciclismo (11%), tennis (8%) e altri sport. Sull'alimentazione degli italiani, la ricerca evidenzia come il 26% degli intervistati rientra nei canoni di chi è molto attento alla propria alimentazione, assumendo con un certo rigore frutta e verdura (tutti i giorni), alternando il consumo di pesce e carne, limitando al minimo il consumo di snack e cibo da fast food. La regina della tavola italiana si conferma la pasta che viene consumata quotidianamente dal 68% degli intervistati.

​L'80% dei giovani tra i 16 e i 24 anni e l'85% dei pensionati mangiano pasta tutti i giorni, il 75% di tali consumatori abituali risiede al Centro e nel 70% dei casi è diplomato. Dalla ricerca emerge anche una categoria di lavoratori che ha comportamenti e abitudini poco consigliabili e che corrisponde ai cosiddetti «sedentari volontari», ovvero coloro che restano seduti anche se fanno pause durante il lavoro.
Rappresentano il 22% dei lavoratori intervistati e hanno un profilo che assomma diversi aspetti critici: oltre a non muoversi dalla propria postazione, sono uomini poco attenti all'alimentazione e all'assunzione di acqua nel corso della giornata e sono poco soddisfatti della vita sentimentale. Più spesso si tratta di lavoratori autonomi.