E’ bastato un infortunio, come quelli che capitano sovente sui campi da basket, per mandare in frantumi non solo il ginocchio del malcapitato giocatore e promessa Zion Williamson, ma anche il valore della azioni del colosso sportivo Nike, che in una sola seduta ha perso 1,1 miliardi di dollari.
Come se non bastasse, la rivale Puma ha subito twittato (poi rimosso) che l’incidente non sarebbe accaduto con le scarpe sportive tedesche.
Sorgono spontanee due considerazioni: fare tweet “velenosi” e poi rimuoverli sembra diventata oramai una strategia di comunicazione piuttosto efficace; in un'epoca social basta un'immagine per "bruciare", almeno sul brevissimo, campagne e sponsorizzazioni molto costose.
Siamo però (quasi) certi di un happy ending, ovvero di una nuova versione della scarpa Nike PG2.5 con tanto di campagna di marketing improntata sulla solidità e una presta guarigione di Zion Williamson, che si è fatto anche una buona dose involontaria di pubblicità.
Un paio di scarpe dal valore di 1 miliardo di dollari
Tanto è costato in termini borsistici alla Nike l’immagine della scarpa rotta e relativo infortunio dell’astro nascente dei college e futura promessa Nba Zion Williamson. A conferma della potenza delle immagini e della comunicazione nella società attuale.
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