Anche se interpreti un supereroe norreno freddo come il ghiaccio, non prendi la vita troppo seriamente. Che cosa ti aiuta a rimanere con i piedi per terra, l’educazione che hai avuto da bambino?
“Ho avuto un’infanzia favolosa e due genitori amorevoli e brillanti. È grazie a loro se sono quello che sono. Mio padre lavorava nei servizi sociali, si occupava di proteggere i bambini, un’occupazione altruista che dice molto del suo carattere. Ha sempre avuto un senso di giustizia molto forte e ha sempre protetto i più deboli. Da ragazzi io e i miei due fratelli eravamo molto atletici quindi eravamo sempre all’aperto a fare qualcosa, che fosse giocare a calcio, fare surf o giocare a polo in acqua. Vivevamo in aperta campagna, il nostro vicino più prossimo stava a due chilometri di distanza. Ci picchiavamo e litigavamo come fanno tutti i fratelli ma alla fine ci piacevano le stesse cose, avevamo gli stessi interessi e gli stessi hobby. E c’eravamo sempre quando uno di noi aveva bisogno. Ho sempre detto che avrei fatto figli da molto giovane, così da poter essere abbastanza in forma per stare loro dietro”.

Sia tu sia il tuo fratello minore, Liam, avete partecipato all’audizione per la parte di Thor nel film omonimo. La rivalità tra fratelli si estende anche ai ruoli che interpretate?
“Per un po’ è stato così. Ne ho parlato di recente con Liam perché quello che dicono in giro è esagerato e ci fa apparire come degli attaccabrighe che litigano tutto il tempo. La gente mi ferma e mi chiede se è vero che ci inseguivamo brandendo martelli e altri oggetti. Sì, lo abbiamo fatto un paio di volte ma senza mai rischiare la pelle. Mio padre ha detto che nelle storie che si raccontavano sembrava che fossimo cresciuti nel Medioevo. Per rispondere alla tua domanda sì, siamo persone competitive ma non più degli altri. Quando si tratta di recitare siamo così ansiosi e vulnerabili che nessuno di noi oserebbe scoraggiare l’altro. A me capita spesso di buttarmi giù da solo e so che succede anche a Liam e a Luke (il fratello maggio- re). È per questo che cerchiamo di sostenerci a vicenda. Con Thor è andata così. Io ho fatto l’audizione ma all’inizio non ho avuto la parte. Anche Liam ha fatto l’audizione così l’ho aiutato. In qualche modo è emersa questa storia di intensa rivalità, che però non era assolutamente vera”.

Dopo Star Trek (2009), il film che ti ha fatto conoscere a Hollywood, nessuno ti ha più chiamato per una parte per otto mesi. Come hai gestito l’incertezza e la pressione?
“Stavo per gettare la spugna. Ho sempre voluto recitare e una delle prime cose che volevo fare con i soldi guadagnati era estinguere il mutuo dei miei. Così mi sono dato da fare con le audizioni. Poi, durante quegli otto mesi, sono diventato sempre più ansioso. Prima delle audizioni cercavo di convincermi di non essere nervoso invece di concentrarmi sulla parte. Non avevo più energia per fare nient’altro che cercare di tenere a bada l’ansia. Pensavo di tornarmene in Australia. Poi qualcosa è cambiato dentro di me. Era poco prima di Natale. Avevo l’ennesima audizione e ho pensato: ‘fallo per la casa di papà’. Quell’audizione era per Quella casa nel bosco (girato nel 2009 ma pubblicato nel 2012). Ho avuto il ruolo e da lì sono passato a Red Dawn. E poi a Thor”. Continua...